Arrampicate sportive ed alpinistiche ad Arco nella Valle del Sarca
 

Una via crea un’unità ritmica


Tutte le arrampicate che negli ultimi anni sono state aperte da Heinz Grill (il suo sito web e una intervista con lui) e amici vorrebbero creare un’unità ritmica tanto con l’uomo quanto con la natura. Partono da un desiderio naturale di creare vie estetiche, armoniose che formano parte di un’esperienza integrale. Sia l'accesso, la discesa, la bellezza e intuizione della linea, la scelta delle soste che anche l’alternanza tra passaggi esposti e meno esposti nei singoli tiri sono elementi che creano un fascino e sensazioni particolari.

Heinz Grill che ha concepito questi itinerari dispone di un’ esperienza alpina di oltre 35 anni; in quasi tutte le parti dei nuovi percorsi arrampicava infatti come primo di cordata con chiodi normali e dadi, in salita dal basso; i fix per assicurare la via sono stati posti solo in seguito.

Heinz Grill, l'ideatore delle vie

Heinz Grill durante la ripetizione della "Ciavazes Integrale",
aperta con Ivo Rabanser, premiata da "Silla Ghedina"
come "miglior scalata dolomitica nel 2018"


I punti di vista e i pensieri importanti per la creazione delle vie possono essere riassunti in queste righe:

Tanto l’attacco quanto la fine degli itinerari sono stati fatti con accuratezza perché questi punti danno un valore essenziale al ricordo. L’umiltà e il sentimento con cui l’ arrampicatore comincia la via gli concederanno alla conclusione del percorso, alla sommità o all´uscita, la soddisfazione della sua esperienza. Il primo tiro e l’uscita alla sommità sono quindi in un rapporto ritmico.

Siccome gli itinerari nella zona di Arco e della valle del Sarca sono caratterizzati da una variazione di zone boscose e rocce molto ripide, sembrava importante, nella creazione degli itinerari, prestare attenzione a combinare i passaggi con coerenza e armonia. Alcune zone boscose del percorso sono state disboscate e i rami sono stati utilizzati per il consolidamento della terra sulle cenge o per fare alcuni gradini. In alcune soste sono stati posti dei rami trasversalmente sia per rendere possibile una sosta più comoda che per proteggere il passaggio da possibili distacchi di rocce e pietrisco. Dopo queste opere le zone di roccia si collegano meglio con le cenge boscose; nella ripetizione delle vie gli arrampicatori sono perciò pregati di non distruggere questi piccoli lavori di collegamento.

Un altro elemento da sottolineare è il fatto che gli itinerari utilizzano la linea più agevole possibile, cercando comunque sempre un’ottima qualità della roccia. Poiché le difficoltà superano raramente il sesto grado della scala UIAA, gli arrampicatori possono con più facilità trovare -tiro per tiro- un ritmo sicuro ed in crescendo. Proprio l’arrampicata in difficoltà media rinforza il sentimento di sicurezza nei movimenti e l’aumento del ritmo nel movimento può essere vissuto come un’esperienza che arricchisce lo spirito.

L’uso dei fix invece è stato intenzionalmente con moderazione. In corrispondenza con la zona i primi salitori hanno usato il più possibile cordini nelle clessidre e tanti chiodi normali. Nei passaggi facili come quelli fino al IV+ non si trovano dei fix; l’arrampicatore deve quindi addattarsi alle condizioni naturali e deve assicurarsi eventualmente con pochi dadi e friend portati con sè. I chiodi nei passaggi più difficili sono per la maggior parte a fix e in sufficiente quantità. Tutti coloro che vogliono fare i passaggi in libera possono dedicarsi tranquillamente all’ elemento aereo e in ugual misura tutti coloro che vogliono „usare i chiodi“ possono tuttavia sperimentare una dinamica eleganza nei movimenti e sentirsi in contatto tanto con la roccia quanto con la propria ritmicità nell’ascensione.

Alla ricerca dei migliori passaggi di roccia, è stata posta un’attenzione particolare all’estetica e alla possibilità di fare i passaggi con movimenti leggeri, che non richiedono tanta forza, ma piuttosto la combinazione di percezione, contatto cosciente con la roccia e sensibilità per il ritmo. Non si trovano perciò in questi nuovi itinerari molti strapiombi ripidi e impegnativi o passaggi con pochi appigli che richiedono uno sforzo estremo e sportivo. Le vie possono essere scalate così, per la maggior parte, con un’attività fisica armoniosa in sintonia con la sensibilità dell’anima.

La scelta dei nomi degli itinerari è da un certo punto di vista molto caratteristica e è spesso ispirata da Heinz Grill. La “Via Aphrodite“ è dedicata a una dea greca, perché questa via ha un carattere vicino alla natura femminile. Quando si percorre quest’itinerario è molto evidente che è più importante la sequenza degli appoggi che non lo sforzo delle braccia e risulta pertanto più gradevole alle donne che dispongono di meno forza. I nomi non sono stati scelti secondo una fantasia qualsiasi o secondo motivi soggettivi, ma seguendo le caratteristiche peculiari che si trovano nelle vie stesse. Alcuni nomi, per esempio quelli delle gerarchie degli angeli, riflettono idee ed impressioni più nascoste nell’animo.

L’unità ritmica degli itinerari si sviluppa con un avvicinamento gradevole, con il percorso logico della via e la scelta razionale dei mezzi di sicurezza. Gli arrampicatori che non chiedono troppo a se stessi ma che sono coscienti delle loro possibilità troveranno un’esperienza profonda e sensibile di armonia e una naturale velocità e leggerezza. Mentre nei primi tiri spesso vi è ancora una certa insicurezza e rigidità e di conseguenza una certa paura, questi sentimenti scompaiono poco dopo nel ritmo in crescendo e l’intuizione del gioco dei movimenti crea sicurezza e responsabilità. Chi percorre l’itinerario può sentire una particolare armonia con se stesso; provando il vero e proprio spirito dell’atmosfera a lui intorno, „inspira“ quasi quest’atmosfera e si sente più vicino a se stesso e alla roccia nei suoi dintorni. L’unità ritmica dona un sentimento di unione con tutti gli altri e con la natura in cui siamo immersi.